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Che cos'è la Conciliazione

La conciliazione è una modalità di risoluzione delle controversie alternativa al ricorso alla giustizia ordinaria. Si basa sulla ricerca di una soluzione concordata fra le parti, con l’ausilio di “conciliatori”.

Che differenza c’è tra conciliazione e arbitrato?

L’arbitrato e la conciliazione hanno in comune il fatto di essere strumenti di risoluzione delle controversie alternativi alla giustizia ordinaria. Tuttavia, l’arbitrato è un vero e proprio “giudizio”: l’arbitro (o gli arbitri) decidono la controversia, e la decisione è vincolante per le parti. Viceversa, nella conciliazione, i conciliatori non decidono nulla: propongono alle parti una possibile soluzione, che le parti sono libere di accettare oppure no.

Tutti i protocolli di conciliazione sottoscritti da Assoutenti prevedono il modello di conciliazione paritetica.


La "CONCILIAZIONE PARITETICA”


La conciliazione paritetica è un mezzo di risoluzione delle controversie che si svolge attraverso il confronto tra consumatore ed azienda, per il tramite di loro rispettivi rappresentanti, che vengono definiti “conciliatori”.

La caratteristica di tale schema risiede nel fatto che i conciliatori, al momento dell’incontro stabilito per cercare di risolvere la controversia, si confrontano e si misurano, direttamente e senza l’intervento di un terzo, “ad armi pari”, mettendo cioè in campo, per quanto ciò è possibile, le stesse competenze.

In tale tipo di conciliazione, la “formazione” dei conciliatori avviene in maniera congiunta: gli stessi infatti, prima di essere accreditati come tali, frequentano un corso organizzato in comune sia dalla azienda che dalle associazioni dei consumatori che hanno preventivamente stabilito, attraverso un c.d. “protocollo di intesa”, che le controversie tra consumatore e azienda saranno risolte attraverso lo schema conciliativo paritetico.

In Italia questo particolare tipo di conciliazione fa il suo ingresso nel 1989, allorquando alcune associazioni di consumatori e la compagnia telefonica SIP (oggi Telecom Italia), all’epoca monopolista, convengono di risolvere le controversie tra consumatori e azienda attraverso l’istituzione di un organo conciliativo, composto da un rappresentante dell’azienda stessa e da un rappresentante del consumatore, proveniente da una delle associazioni dei consumatori.

Dopo le prime sperimentazioni in alcune regioni, l’accordo si è esteso a tutto il territorio nazionale, grazie al riconoscimento economico di un progetto pilota approvato dall’Unione Europea negli anni ’90.

In seguito ai risultai positivi ottenuti dal progetto, questa esperienza ha assunto carattere permanente ed è stata inserita una clausola di conciliazione nei contratti di Telecom Italia con l’utenza.

Il successo di tale iniziativa è testimoniato dalla grande quantità di controversie che, a tutt’oggi, vengono definite attraverso questo metodo di conciliazione.

All’esperienza di Telecom Italia, hanno fatto seguito numerose altre aziende, tanto che oggi si annoverano procedure conciliative paritetiche tra associazioni dei consumatori e alcune delle più grandi aziende italiane, operanti nei più svariati settori dell’economia: dalla telefonia alle banche, alle assicurazioni, all’energia, ad ordini professionali.